A tutti noi è capitato almeno una volta nella vita di avere la sensazione di non farcela da soli, eppure nella maggior parte dei casi le persone arrivano in terapia dopo aver fatto ricorso ai più disparati tipi di aiuto.
Il significato personale che sta dietro al chiedere aiuto gioca un ruolo importante riguardo alla possibilità o meno di rivolgersi ad un professionista, ritengo però che un’idea comune che spesso sta alla base della scelta di fare da soli, è quella che dallo psicologo, psicoterapeuta, analista, psicoterapeuta o dallo strizzacervelli ci vadano i matti, quelli strani e che possa essere motivo di vergogna.
Dalle domande che spesso mi sono state poste mi rendo conto che la figura dello Psicologo è ancora poco conosciuta. Il suo ruolo poco chiaro e ancora oggi associato all’immagine collettiva del Dottor Freud seduto dietro al lettino dove vi è sdraiato il paziente.
Prendendo spunto dalle domande più frequenti ho scelto quelle che a mio parere potrebbero aiutare una persona a decidere di intraprendere un percorso e con chi, oppure per avere semplicemente le idee più chiare al riguardo.
Chi è e cosa fa lo Psicologo?
Lo Psicologo è un professionista del benessere delle persone: bambini, adolescenti o adulti, in coppia o in un gruppo. Possiamo trovarlo nelle scuole, all’interno di aziende, nei servizi pubblici, nei consultori, nelle associazioni sportive o all’interno di studi privati come libero professionista. Il suo intervento non è necessariamente diretto alla psicopatologia, lo psicologo si occupa di sostegno, promozione e prevenzione della salute.
Qual è la differenza tra Psicologo, Psicoterapeuta e Psichiatra?
Lo Psicologo ha conseguito una laurea universitaria di 5 anni in Psicologia, per poter esercitare la professione ha poi svolto un anno di tirocinio e sostenuto un Esame di Stato per iscriversi all’Ordine degli Psicologi.
Lo Psichiatra è laureato in medicina e successivamente alla sua abilitazione alla professione ha scelto un corso universitario di specializzazione in Psichiatria.
Lo Psicologo e lo Psichiatra sono due figure professionali distinte, quest’ultimo considera il disagio come un malfunzionamento a livello biochimico del sistema nervoso centrale è così che adotta principalmente un intervento di tipo farmacologico. Lo psicologo utilizza invece il colloquio psicologico, ma anche strumenti propri della professione quali test e questionari.
Lo Psicoterapeuta è uno psicologo o un medico che dopo la laurea e l’iscrizione all’Albo professionale di appartenenza ha conseguito una specializzazione di quattro anni presso una scuola di Psicoterapia riconosciuta dal MIUR.
In un percorso di psicoterapia il terapeuta è interessato a comprendere insieme al cliente il senso della sua sofferenza. Attraverso tecniche conversazionali e la relazione stessa viene favorita la ripresa del movimento e dunque la risoluzione del disturbo.
Ti occupi di un disturbo piuttosto di un altro? Sei specializzata nel lavoro con i bambini o con gli adulti?
Non esistono specializzazioni che riguardano dei disturbi in particolare piuttosto possiamo parlare di aree di interesse del professionista che deciderà di approfondire tramite lo studio, corsi di formazione, master o la sua esperienza lavorativa. E’ una specializzazione la psicoterapia e può essere diretta ai bambini o agli adulti in base alla preferenza del terapeuta stesso, in base alla sua esperienza e a dove sente di poter intervenire al meglio. Nel mio caso rivolgo il mio lavoro psicoterapico ad adulti e adolescenti, mi affascinano le dinamiche dei gruppi di sostegno, mi piace lavorare con gli adolescenti anche in contesti di orientamento scolastico e formativo, preferisco lavorare con la coppia genitoriale piuttosto che con i bambini stessi.
Se inizio un percorso e poi voglio interrompere?
E’ possibile interrompere il rapporto in qualsiasi momento, questo vale per il Cliente come per il Terapeuta stesso qualora constatasse che non vi sia alcun beneficio dall’intervento. In tutti i casi ritengo che la scelta di una eventuale interruzione sia un elemento importante da affrontare insieme, per comprenderla prima di confermarla o per valutare insieme una sospensione piuttosto che un invio ad un collega o ad un altro professionista.
Quanto dura un percorso psicologico?
La durata globale di un percorso non è definibile a priori, dipende da molti fattori, ma è sempre condiviso nella relazione terapeutica.
Quale frequenza è prevista per le sedute?
I colloqui hanno una frequenza settimanale, il tempo necessario per permettere una continuità. Non è una regola, ma si possono diradare ad una seduta ogni quindici giorni nella fase finale del percorso.
Ma quanto costa??!
La terapia è un impegno e può esserlo anche dal punto di vista economico. Ritengo che sia un investimento su se stessi, sul proprio benessere, sulla qualità della propria vita e sulla vita stessa.
Esistono anche servizi a costi agevolati presso scuole di psicoterapia o aziende sanitarie.
Quando rivolgersi ad uno psicoterapeuta?
Quando ci si sente bloccati.
Quando non è più chiaro quale sia la strada da percorrere o quando si continua ad intraprendere la stessa nonostante crei sofferenza e disagio. Quando quella sofferenza è diventata insostenibile o ci si immagina che lo sarà.
Quando nelle relazioni ci sentiamo soli, incastrati, soffocati, abbandonati e molto altro ancora.
Quando ci si sente inadeguati, inutili o confusi rispetto a ciò che stiamo vivendo.
Anche quando ci chiediamo come sarebbe, quando abbiamo dubbi e domande che vogliamo condividere con qualcuno, potrebbe essere il momento di farlo…
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